L'immersione Subacquea è un'attività sportiva, ma anche e soprattutto un'esperienza umana unica, foriera di emozioni capaci di colpire nel profondo l'animo di chi ha la possibilità di provarle. E' questo uno dei principali pilastri del progetto Diabete Sommerso. Ed è proprio da questa consapevolezza che scaturisce la volontà di includere tra i possibili subacquei anche chi fino a poco tempo fa ne era stato arbitrariamente escluso. Con la collaborazione del DAN e dell'equipe dell'Ospedale Niguarda di Milano che ha già seguito e portato con successo a compimento il progetto pilota, l'obiettivo che ci si prefigge è di realizzare un Corso “Open Water Diver” (Brevetto di Primo Livello) basato sulla classica didattica Padi (Professional Association of Diving Instructors), integrata con elementi teorico-pratici centrati sulla condizione diabetica e le particolari attenzioni che un subacqueo deve avere nella gestione dell'immersione in relazione alla propria malattia.
Le immersioni subacquee sono da sempre state considerate precluse per le persone affette da diabete mellito, rientrando costantemente nella lista delle attività non consentite. In realtà questa esclusione indiscriminata risulta priva di fondamenti scientifici reali. I modesti rischi comunemente connessi alla pratica subacquea, infatti, risultano solo minimamente aumentati dalla presenza di una malattia diabetica non complicata e in buon compenso: eventuali difficoltà aggiuntive possono derivare quasi esclusivamente da possibili reazioni ipoglicemiche, e sono facilmente prevenibili con una corretta preparazione del paziente e con l’adozione di misure precauzionali adeguate.
Infatti diversi studi, sia sperimentali che sul campo, hanno dimostrato che non si determinano variazioni glicemiche (in particolare ipoglicemia o abbassamento della glicemia) durante le immersioni, mentre una modesta tendenza all’ipoglicemia e una riduzione del fabbisogno insulinico vanno attribuite al ben noto effetto sulla sensibilità insulinica proprio di ogni forma di attività fisica.
Anche per quanto riguarda gli altri possibili problemi ricordati (da quelli legati alle variazioni di pressione, a quelli gastroenterici), non esistono evidenze di una loro maggiore frequenza o gravità in presenza di malattia diabetica. Se ci sono buon controllo e consapevolezza, perciò, il diabete non
impedisce nessun traguardo.
È evidente che il fatto che non si corrano rischi particolari non è una ragione sufficiente per proporre questa pratica al giovane con diabete mellito. In termini puramente fisiologici, la pratica dell'immersione non arreca di certo danni, ma non apporta nemmeno dei giovamenti, né in termini di controllo metabolico, né di evoluzione delle complicanze. Le ragioni per proporre l’attività subacquea sono, tutt’al più, di tipo psicologico e relazionale, il non sentirsi escluso a priori e il confrontarsi con uno sport che richiede efficienza fisica, sono fattori che si possono rivelare straordinariamente positivi. In un'ottica di potenziamento della personale resilienza dei futuri subacquei con diabete, riteniamo pertanto che si possano avere delle ottime ripercussioni sia per quanto riguarda l'approccio personale che si ha nei confronti della malattia, sei nel comune rapportarsi alla vita di tutti i giorni che, com'è noto, è costellata di difficoltà ed obbligatorie accortezze per chi è caratterizzato da questa “peculiarità metabolica”.
I corsi verranno realizzati a Numana, nella splendida cornice del Monte Conero, presso il Centro Sub Monte Conero (www.centrosubmonteconero.com).I Corsi, ancora in fase di definizione per quanto riguarda le date precise, si terranno tra le ultime settimane di giugno e le prime di luglio.
In data 4 Maggio 2010 presso la Sala Consiliare del Comune di Numana, si terrà un evento di presentazione con la partecipazione delle associazioni e dei professionisti coinvolti che illustreranno, a chi volesse partecipare, il progetto più nei dettagli.
Nessun commento:
Posta un commento